Per questa Pasqua ho voluto provare a fare una pastiera napoletana.
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Ah illusa!
Credevo io, ci fosse una sola ricetta...
Subito mi rendo conto che ogni famiglia napoletana ha la sua ricetta, ovviamente la migliore!
E mi sono ritrovata in una situazione surreale, tra 300 ricette diverse e consigli tra i più disparati.
E mi rendo conto che sarebbe stato uno scontro culturale tra napoletanità (fantasia e personalità) e altoatesinità (precisione e uniformità).
Per prima cosa ricotta e zucchero vanno mescolati e riposti in frigo tutta la notte (pare che così diventi più delicata e meno "selvatica"... - ???)
Si prepara della frolla e la si mette a riposare in frigo.
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Il grano - ovviamente precotto ed è già tanto che lo abbia trovato - va cotto di nuovo con un po' di latte, zucchero, limone grattugiato e cannella.
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Solo quando sarà intiepidito, va unita ricotta zuccherata, i tuorli d'uovo (tanti), i canditi (arancio e cedro - zucca impossibile da trovare) e l'acqua di fiori d'arancio e di millefiori [sguardo stravolto di tutti i droghieri della città: "acqua di coooosa???"] .
C'è chi incorpora con gentilezza anche gli albumi montati a neve.
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Si fodera con la frolla il "ruoto" - che ovviamente non ho, ma ho capito essere il vero segreto per la perfetta cottura, data la sua dimensione e forma dei bordi. Si versa il ripieno e si posano le strisce di frolla per la grata.
In forno al livello inferiore, a 150° per 2 ore almeno.
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Una mia amica mi ha suggerito una scena tratta da "Sabato, domenica e lunedì" per poter capire la donna napoletana in cucina e l'importanza del cibo nella cultura partenopea.
Io di certo non mi azzardo minimamente ad affrontare il ragù alla napoletana!!
Ne va della salute dei miei nervi!!
P.S. La frolla l'ho fatta con la farina di farro... hehehe chi glielo dice ora??
foto di Bmdcc
© 2015 Bacio meglio di come cucino Tutti i diritti riservati
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